martedì 20 dicembre 2016

Gasparo Balbi, Viaggio dell'Indie orientali

Il resoconto di Gasparo Balbi è ben noto.

Di lingua italiana non si parla mai. Però spesso si parla di "italiani", contrapposti alle altre nazioni d'Europa. Spesso si parla invece di

A p. 33v Il linguaggio degli "Agiani" (giainisti, direi) viene definito "assai rozo al modo Indiano".

A p. 63r si parla di Maestro Domenico da Castello di Venezia che costruisce imbarcazioni a Daman.

A p. 93v, i mercanti di Cosmì scrivono "in diversi libri" le mercanzie in partenza per Pegu.

A p. 103r, Gasparo Balbi vanta all'imperatore di Pegu la propria patria, Venezia.

A p. 136r si racconta di un gesuita "di natione Genovese" che"à bandiera spiegata, ove è dipinta l'imagine di N. S Christo, et armato di archibugi, cavalca per quel regno [di Paruta] convertendo infinità di popolo, il qual lo seguita, ovunque egli vada". Il re fa inoltre arrivare un gesuita napoletano che (136v) "haveva imparato a favellare al modo della China, ch'è cosa difficilissima, per haver quel parlar sessanta mila lettere, per le quali si parla".

A p. 139v si parla della revoca dei privilegi doganali a "noi Italiani", fino a quel momento trattati come portoghesi.

A p. 143r si parla di Sinan Pascià, figlio "del Capitano Cicala Ciciliano".

Interessante la descrizione di Pegu. Si citano anche le "pagode" fatte dai cinesi sulla costa orientale dell'India.